Imola 1994 - Il Gran Premio maledetto
- formula1passion
- 15 feb 2016
- Tempo di lettura: 3 min
Il calendario della stagione 94 ha sedici Gran Premi, con inizio in Brasile il 27 marzo e termine il 13 novembre in Australia. L'annata passerà alla storia come la più tragica per la Formula 1, in quanto hanno perso la vita in pista Ayrton Senna e Roland Ratzenberger nel tragico Gran Premio di San Marino ad Imola, mentre molti piloti, tra i quali Barrichello, Wendlinger, Montermini, Verstappen, oltre a Lehto, Alesi e Lamy (questi ultimi nei test), sono stati vittime di gravissimi incidenti. Si contarono anche gravi feriti tra meccanici e pubblico sugli spalti, una stagione in cui se il Gran Premio fosse finito senza nessun ricovero sarebbe stato già un successo per tutti!

All'esordio in Formula 1 sono due piccole scuderie britanniche, la Pacific e la tristemente nota Simtek, nota essendo questa la scuderia dello sfortunato Roland Ratzemberger deceduto durante le qualifiche del GP di San Marino, terzo appuntamento del mondiale.

Al via del week-end imolese si percepisce già un'aria funesta quando il venerdì, durante le prove libere, un terribile incidente alla Jordan di Rubens Barrichello fa tirare il fiato al mondo intero. Uno scontro frontale ed a mezz'aria con la parte iniziale delle barriere. L'impatto è violentissimo, la Jordan si capovolge a testa in giù bloccando la sua corsa in pochissimi metri tanto fu forte l'impatto con le barriere da dissipare in pochissimo spazio l'energia cinetica della monopposto. Barrichello finirà in ospedale con una frattura al setto nasale, una costola incrinata e varie escoriazioni.

Arriva il sabato, partono le qualifiche, il paddock è ancora in ansia per i risultati delle analisi a Rubens quando le telecamere della RAI inquadrano una Simtek strisciante in pista, la monoposto si ferma e il casco del pilota si adagia sulle fiancate. A quel punto meccanici, ingegneri e piloti ai box fissano le TV nel disperato tentativo di percepire un movimento del pilota, ma niente... per Roland Ratzemberger non ci fu nulla da fare. Vano fu l'elitrasporto in ospedale, l'austriaco era ormai morto.

Una nube nera cala sull'intero paddock, c'è chi inizia a chiedersi se a questo punto non fosse saggio annullare la gara ma "siamo qui per correre" diranno, "è la parte brutta del nostro sport che abbiamo accettato" qualcun'altro dirà. Si decide dunque di correre il Gran Premio.

Senna parte dalla Pole Position, affianco a lui il suo nuovo e giovanissimo nemico numero 1: Michael Schumacher, attualmente già leader del mondiale. Dietro la Ferrari di Berger e la Williams di Hill.
Al via c'è già un terribile incidente: la Lotus di Pedro Lamy sperona la Benetton di Lehto, i detriti volano ovunque, persino in tribuna, ciò causa il ferimento di una decina di tifosi di cui uno finirà in coma.

Il week-end era iniziato male ma ben presto si nota che più si prosegue più la situazione, inspiegabilmente, peggiora. Neanche il tempo di dimenticare la carambola della prima partenza che si giunge al 7° giro: Senna è in testa, supera il traguardo che conclude il sesto giro e si appresta ad affrontare la curva del Tamburello come centinaia di altre volte aveva fatto ma sta volta qualcosa di inaspettato va storto. Un guasto meccanico porta la Williams del brasialiano dritta a muro, lo schianto è inevitabile. Serviranno anni di indagini per arrivare ad una qualche conclusione.
Come per l'incidente di Roland, avvenuto solo 24h prima, anche in questo caso gli occhi del mondo, e degli uomini ai box, sono puntati sul capo di Senna. La telecamera dell'elicottero più volte inquadra il casco del pilota sperando in un cenno, si percepisce qualche esile movimento del capo per qualche istante, quasi a voler far tirare un sospiro di sollievo alle milioni di persone collegate in diretta ma poi niente più. Anche per Senna fu vano l'elitrasporto in ospedale.

Il Gran Premio continua, non essendo ancora chiare le condizioni del pilota, tutti sperano in un miracolo in ospedale, per cui la gara procede senza interruzioni.
Si giunge così, in un clima teso e carico d'ansia al 48° giro. Ormai il week-end di gara sta per finire e dopo tutte le tragedie trascorse nessuno si aspetta ancora altri incidenti gravi finché la Minardi di Alboreto non rientra ai box perdendo uno pneumatico che impazzito in Pit Line colpisce 3 meccanici Ferrari, 1 Lotus ed 1 Benetton costretti al ricovero in ospedale anche loro.
Il funesto GP finirà al 58° giro con la vittoria della Benetton di Schumacher, seconda la Ferrari di Nicola Larini e terza la McLaren di Hakkinen ma ciò che rimarrà per sempre scolpito nella mente degli appassionati sarà l'inspiegabile scia di eventi funesti che hanno imperversato sul Gran Premio dalle Prove Libere fino a pochi giri dal termine della gara.
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